Il teatro di Giuliano Scabia #
Giuliano Scabia è stato un dolce rivoluzionario. Approda al teatro da poeta, scrivendo i testi per Diario italiano e La fabbrica illuminata di Luigi Nono, in un’idea di cronaca poetica del presente e di teatro totale. Quindi sperimenta, con il regista Carlo Quartucci, la scrittura in scena con gli attori con Zip, 1965, lavorando con i giovani Leo de Berardinis, Cosimo Cinieri, Claudio Remondi. Negli anni successivi pratica un teatro politico che incide nelle contraddizioni dell’epoca: testi come Interventi per la visita alla prova de L’isola purpurea di Mikhail Bulgakov (1968) o Scontri generali (1969-1971) affondano la mano nelle ferite dell’epoca, per esempio nell’invasione sovietica di Praga, nella burocratizzazione dei movimenti rivoluzionari. Testi successivi come Commedia armoniosa del cielo e dell’inferno (1971) e Fantastica visione (1973) collegano sempre di più uno sguardo ampiamente politico sulla nostra società dei consumi e della finzione con uno spirito fantastico, influenzato dal teatro barocco.
Nel 1968-1969 Scabia inizia a portare la sua scrittura scenica fuori dai teatri, guidato dal motto dello scrittore polacco Witold Gombrowicz: “colui con cui canti modifica il tuo canto”. Lavora in quartieri periferici di Torno, con una classe della Bassa parmense, in paesi o periferie dell’Abruzzo, disegnando opere dove lo sguardo alla realtà si congiunge a una vena visionaria che agisce per grandi immagini archetipiche.
Nel 1973 inventa, con altri artisti, Marco Cavallo, presso l’Ospedale psichiatrico di Trieste diretto da Franco Basaglia: l’azzurro animale alto quattro metri diventa il simbolo della liberazione dalla reclusione manicomiale. Applica un metodo di lavoro che sarà assimilato all’animazione teatrale, ma che se ne distacca per spirito autenticamente sperimentale, poiché ogni volta si configura in relazione agli interlocutori: interviene con un canovaccio preliminare (“schema vuoto”) che riempie con gli incontri con gli abitanti, trasformati da spettatori in partecipanti. Parla di dilatazione del teatro e di teatro a partecipazione.
Dal 1972 inizia a insegnare al DAMS dell’università di Bologna: lì ogni corso è una ricerca su un tema, un testo, un aspetto della città o della vita degli studenti, un passaggio della drammaturgia, della narrazione o dell’immaginazione.
Con il Gorilla Quadrumàno e con la ricerca della Vera storia crea forti momenti di scambio con abitanti di periferie come la montagna semiabbandonata o i desolati quartieri industriali.
Fotogramma di Giuliano Scabia al carnevale di Venezia
Folco Quilici, 1980
Negli anni Ottanta vestito da Diavolo legato con una spessa corda a un Angelo musicista indaga la questione del Male con uno spettacolo di strada che si modella sui luoghi visitati e si ispira alla Commedia dell’arte. Di quello stesso decennio è Teatro con bosco e animali, un libro di testi a metà strada tra il teatro e la narrazione, che pongono con poesia la questione del rapporto degli umani con l’ambiente naturale devastato, con i nostri negletti fratelli animali, con quello di animale che è dentro di noi. E scrive anche Visioni di Gesù con Afrodite, un affondo sulla bellezza e il piacere del corpo e sull’intransigenza delle ideologie del sacrificio.
Negli anni Novanta accanto a testi come Gloria del teatro immaginario e L’insurrezione dei semi, scritti per il Css di Udine, la poesia e la narrazione prendono il sopravvento nella sua produzione: ma testi poetici e narrativi diventano l’occasione di azioni dal sicuro aspetto teatrale nella natura o in luoghi di incontro. Scabia, in letture pubbliche e camminate teatrali, mette a punto una metrica tutta sua, un modo di dire, di porgere le parole che fa breccia, sempre, nell’ascoltatore e lo pone al centro di mondi fantastici, specchio utopico o deformato della nostra realtà. E chiude la sua produzione mescolando, ancora una volta, narrazione e teatro nella Commedia della fine del mondo, inserto del romanzo Il lato oscuro di Nane Oca. Mette in scena comici dinosauri increduli che il loro mondo possa essere travolto da una catastrofe, nostri buffi specchi e fratelli. Accanto a questi lavori vanno collocate le operine di auguri, i canti “privati” che compone per Capodanno e va a recitare per amici di luoghi cari come la montagna reggiana o Vaiano.
Giuliano Scabia con il teatro Vagante
Massimo Agus
Tutti questi testi per una scena in movimento continuo il Poeta li ha raccolti nel Ciclo del teatro Vagante, comprendente 102 titoli. Il Ciclo è un percorso nell’immaginazione, una proposta per il teatro come utopia capace di dare nuovi nutrimenti alla vita. Una ventata di aria fresca.
DAMS e quaderni di drammaturgia #
I quaderni di Drammaturgia contengono i materiali delle ricerche e degli esperimenti condotti nei corsi universitari tenuti da giuliano Scabia dal 1972 al 2005 all’Università di Bologna.
Giuliano Scabia è stato professore di Drammaturgia per più di trenta anni accademici. Ha tenuto una trentina di corsi, ognuno dei quali è stato un’avventura di studio e di ricerca, svolta come esperienza vissuta dal professor Scabia insieme agli studenti del corso. Studio e ricerca in ambito accademico, per cui ogni Quaderno di drammaturgia è una sorta di resoconto scientifico: il risultato di quanto prodotto durante il percorso di ricerca svolto. Così Giuliano Scabia descrive quei corsi: “… sono stati concepiti come “schemi vuoti”, aperti all’emergere di suggestioni o variazioni … lo “schema vuoto” è un canovaccio da riempire, in cui sono indicati dei passaggi anch’essi aperti, non vincolanti”.
Ogni ‘Quaderno di Drammaturgia’ è stato curato da Scabia stesso e da alcuni dei partecipanti al corso. Pubblicati a cura della Cattedra di Drammaturgia 2, presentano al lettore una documentazione di materiali eterogenei, prodotti durante le lezioni, i ricevimenti, gli esami, i momenti di intervallo tra una lezione e l’altra. Vi si trovano: appunti, disegni, fotografie, commenti, lettere, racconti, spartiti, e altro ancora.
Offrono un resoconto rivolto alla comunità di studiosi, ricercatori, studenti, amatori, cultori della materia, curiosi. In questo modo ogni corso-avventura svolto è stato documentato, raccontato, testimoniato, spiegato in prima battuta ai partecipanti stessi, dopo essere stato vissuto.
Tutte le trenta e più avventure di conoscenza svolte da Giuliano Scabia insieme agli studenti sono state poi raccontate da Scabia, che le ha cucite in un unico grandioso percorso, pubblicato da ‘La casa Usher’ con il titolo Scala e sentiero verso il Paradiso. Leggendo quello, insieme ad altri numerosi libri che raccontano singolarmente alcune di quelle avventure (ad esempio Il gorilla Quadrumano, oppure Dire fare baciare), si comprende in che modo Giuliano Scabia intendesse l’insegnamento universitario: ogni corso aveva a che vedere con la natura dell’esperimento, l’esperimento scientifico al termine del quale si presentano i risultati. Un esperimento che in concreto veniva svolto attraverso un’esperienza, vissuta in gruppo, in cui lo studio e la ricerca di ognuno produceva in forme partecipate, sorprendenti e avventurose, un intreccio vivo ed emozionante di scoperte, apprendimenti, acquisizioni formative.
I libri #
Scontri generali #
Editore: Einaudi
L’insurrezione dei semi #
Editore: Ubulibri
ISBN: 9788877481849
Visioni di Gesù con Afrodite #
Editore: Ubulibri
ISBN: 9788877482495
Interventi per la visita alla prova dell’Isola Purpurea #
Editore:
Il gorilla quadrumàno #
Editore: Feltrinelli
L’animazione teatrale #
Editore: Guaraldi